LA NECESSTÀ DI APRIRSI AD UNA VISIONE ''OLISTICA'' DELL'ESSERE UMANO E DEL MONDO

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LA NECESSTÀ DI APRIRSI AD UNA VISIONE ''OLISTICA'' DELL'ESSERE UMANO E DEL MONDO

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Pubblicato da Anna Lucia Valente in Curiosità · Giovedì 01 Lug 2021
Il termine olismo, dal greco Holos si riferisce a una comprensione della realtà in funzione di sistemi integrati le cui proprietà non possono essere ridotte a quelle dei singoli componenti.
Questa visione sistemica e sintetica della realtà si fonda sulla “consapevolezza dell’essenziale interrelazione e interdipendenza di tutti i fenomeni: fisici, biologici, psicologici, sociali e culturali”.
La concezione del mondo, visto come un insieme di rapporti e integrazioni che si contrappone alla visione meccanicistica della biologia e della medicina contemporanea, si fonda sui principi basilari dell’organizzazione dei sistemi naturali.
Ogni sistema rappresenta una totalità integrata la cui struttura specifica deriva dall’interazione e dall’interdipendenza delle sue parti; le proprietà sistemiche vengono distrutte quando si scompone un sistema nei suoi elementi basilari in quanto, la natura del tutto è sempre diversa dalla semplice somma delle parti, anche se i meccanismi cellulari e molecolari degli organismi si comportano come “macchine” ciò non attualizza l’equazione organismo vivente = macchina.
La differenza fondamentale è infatti che le macchine vengono “costruite” mentre gli “organismi” crescono e il prodotto finale di un accrescimento è sicuramente superiore ad un assemblaggio di porzioni indipendenti.
Le macchine funzionano come semplici sistemi, dove tutti i comportamenti sono predicibili e sperimentalmente riproducibili, mentre i sistemi complessi, come gli esseri viventi, sono in grado di modificare drasticamente la loro risposta in base alle informazioni che giungono al sistema e di memorizzare il cambiamento; il nuovo equilibrio raggiunto può essere più o meno irreversibile.
In questo senso, la qualità dell’informazione che giunge al sistema è fondamentale per il mantenimento di un ordine strutturale.
Queste caratteristiche sono quelle che permettono a noi di interagire col sistema-uomo dal momento che, in relazione alla capacità dell’organismo di rispondere agli stimoli applicati, possiamo veicolare informazioni modulatrici di una particolare espressione funzionale; questo avviene, ad esempio, attraverso l’assunzione di rimedi naturali o di alimenti specifici, oppure attraverso l’azione sui punti energetici del corpo.
Ogni intervento va ad agire a un livello o a più livelli, a seconda della natura del messaggio che porta con sé, ma produrrà certamente, qualora opportunamente impiegato, una modifica nella reattività del sistema.
Risulta evidente come il dis-equilibrio di un elemento del sistema, generato da un evento perturbatore del suo stato originario, influenza in vario grado tutto l’organismo con riflessi sul piano funzionale, comportamentale e strutturale proporzionali all’intensità e alla durata dello stimolo stesso.
Dato che ogni sistema vivente tende al raggiungimento del migliore equilibrio possibile in ogni condizione vediamo che a questo scopo si attiva una modalità reattiva globale esistente in ognuno di noi dalla nascita che permette all’organismo di adattarsi biologicamente, elettro-magneticamente ed energeticamente a questa nuova omeostasi che si è creata.

Operare con una metodica olistica significa dunque occuparsi della “riprogrammazione” della funzionalità alterata, in senso energetico, metabolico o comportamentale, intervenendo in modo mirato su tutti i piani che ne risentono della connessione con quella funzionalità, con l’obbiettivo di alimentare le potenzialità di autoguarigione del corpo affinchè sia in grado di ricostruire un livello energetico di salute molto vicino a quello originale, o comunque, il migliore possibile in quel momento.

Anna Lucia Valente – Naturopata iscritta al R.I.N.


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